Australian Lifestyle: curiosità e informazioni utili
Buonasera, o buongiorno (a seconda dell’emisfero in cui vi trovate adesso), era da un po’ che non scrivevo qui sul blog, ma si sa come vanno queste cose… quando ti sposi inizi a “sederti” un po’, vivi la tua vita tranquilla, ti rilassi e stai con tua moglie.
Quando invece fai come me e vai a vivere in casa con degli amici in un posto in cui non c’è internet e navigare ti costa tantissimo, non hai sempre possibilità di scrivere.
La vita va avanti, bisogna affrontare le varie faccende domestiche, lavare i piatti, cucinare, pulire, fare la spesa, e, proprio facendo la spesa, mi è venuto in mente di scrivere questo articolo, che sicuramente sarà utile a tutti quelli che sono anche solo minimamente interessati a fare un’esperienza come la mia, oppure una semplice vacanza qui.
Andando in giro in una metropoli come Sydney e in un paesino tranquillo come Mooloolaba, ho osservato molto il comportamento degli australiani, il loro modo di vivere, le loro abitudini, le loro regole.
Di certo non bastano due settimane per capire tutto, ma sicuramente è sufficiente per una buona parte di cose, soprattutto se nel frattempo hai la possibilità di parlare con gente che vive qui da molto tempo.
Sydney, classica metropoli piena di gente, palazzi, grattacieli, posti in cui spendere soldi, locali in cui rimanere in mutande (in tutti i modi possibili ed immaginabili), insomma una sorta di Roma enorme con i cinesi al posto dei romani.
Mooloolaba, classica cittadina di mare piena di..niente. Negozietti, poche persone in giro, soliti locali, una sorta di Gallarate con uno splendido mare e senza buon cibo.
Gli australiani sono davvero strani e molto diversi da noi: non lo faccio apposta, ma devo spezzare una lancia a favore degli italiani, che sono sicuramente più puliti (certo, dipende da persona a persona, ma in generale è così).
Il cibo è un’altra grande mancanza: noi italiani siamo abituati troppo bene con gli Spaghetti, la Pizza, il Caffè… lussi che qui non esistono, o se esistono sono troppo cari, e comunque la gente del posto fa fatica anche a cucinare un piatto di pasta come si deve (fosse difficile).
La pizza è priva di mozzarella perché qui non c’è, e se vi va bene potete portarvi a casa un miscuglio di impasto con altri ingredienti strani e biochimici, che vi faranno venire un cancro ai capelli entro 34 secondi, alla modica cifra di 20$ circa (16 euro al cambio odierno). E non pensate di mangiarvi la nostra margherita normale da 5 euro alla pizzeria del centro città, non è minimamente paragonabile.
Il caffè è acqua sporca allo stato puro e anche qui, come in America, hanno il vizio di esagerare con le porzioni in modo da darti un litro di acqua sporca che è ancora più sporca perché ulteriormente diluita.
Per sopravvivere i primi giorni a Sydney abbiamo dovuto mangiare schifezze da Fast Food, perché mangiare bene costa troppo, poi abbiamo scoperto che il sushi costa poco e, a conti fatti, un maki con alga, tonno e riso e sicuramente più sano di un Big Mac.
Arrivati a Mooloolaba abbiamo iniziato a fare la spesa, e quindi a mangiare più sano, ma comunque i prodotti non sono freschi, succosi, buoni… insomma, non sono quei prodotti da supermercato italiano, e i prezzi sono anche alti.
Una confezione di spaghetti Barilla costa circa 6$, quindi decidi di evitare e prendere quelli economici.
E poi magari pensiamo alla nostra Mamma/Moglie/Fidanzata/Compagna che al centro commerciale si ferma in media un’ora davanti a due scatole di pasta in mano perché si differenziano di qualche centesimo e bisogna risparmiare.
Ragazzi, quando tornerò in Italia, un carrello pieno di scatole di spaghetti non me lo toglie nessuno.
E’ ovvio che è tutto proporzionato allo stipendio: qui un magazziniere semplice prende di base 600$ a settimana, che fanno 2400$ al mese, tasse escluse, perché in Australia non hanno tredicesima e quattordicesima, alla scadenza ti ridanno le tasse.
Infatti, in questo caso, lo stipendio di 600$ che vi ho detto è tasse escluse, ciò significa che sarebbe circa 800$ senza trattenute. Niente male vero?
Ottimo stipendio direi, così come per il lavoro, qui tutti lavorano, guadagnano tanto e vivono bene, si sta bene, c’è un bel clima e sono tutti cordiali, ma a mio parere, per uno straniero è una cosa davvero soggettiva.
Personalmente parlando, fatico molto ad abituarmi a certe cose, perché sono troppo diversi da noi.
Chiamatemi viziato, chiamatemi “troppo legato a casa”, ma sono così, cibo ed igiene sono due priorità per me, così come le persone a me care, che sono troppo lontane da qui.
Ah già, qui non hanno il Bidet, e ancora devo capire perché rinunciano a questa comodità.
Inutile che pensiate “beh, non hanno il bidet però si faranno la doccia dopo aver fatto quello che dovevano fare”, io non ci scommetterei molto sentendo le essenze di funghi marci che alcuni rilasciano in giro.
Non sono qui per sparlare, ci mancherebbe, ognuno vive come vuole e in base a come è cresciuto, ma anche la concezione un po’ “hippie” di andare in giro a piedi nudi proprio non la capisco.
Ho visto gente andare in giro a piedi nudi in centro a Sydney, entrare da McDonald’s in accappatoio, fare la spesa a petto nudo, girare per negozi di moda in costume, uscire da lavoro in pausa pranzo con la tavola da surf…. ma qui sono fatti così.
Vivono la vita senza problemi, senza restrizioni, senza complessi. Nessuno può criticarli o pensare che siano pazzi, perché potrebbero pensare lo stesso di noi, sempre stressati, arrabbiati, fissati con il lavoro…
Io posso dire che condivido il loro stile di vita, ma non fa per me. Bella esperienza si, ma non vivrei mai qui.
Sono rimasto stupito quando al supermercato ho visto dei parcheggi riservati ai portatori di handicap, e fin qui, direte voi, niente di strano, il fatto è che ce n’erano in grandi quantità, non i due vicino all’entrata come da noi.
Poi, non potete nemmeno lontanamente immaginare la mia faccia quando ho visto i parcheggi riservati alle donne incinte e agli anziani, con tanto di immagine raffigurante una gestante o un simpatico vecchino:
Anche per quanto riguarda la tecnologia sono davvero troppo diversi: ero convinto al 100% che l’Australia fosse avanti almeno 50 anni tecnologicamente parlando rispetto all’Italia, mi sbagliavo.
In Italia c’è gente che si lamenta che non c’è il 4G (o LTE), e ha ragione, c’è chi si lamenta dei gestori telefonici domestici che promettono 20MB in download e ne offrono meno della metà, e anche questi hanno ragione.
Ora lasciate che vi spieghi come funziona qui, poi vediamo cosa preferite.
Vorreste arrivare a casa e collegarvi al wireless col telefono?
Vorreste scaricare un’app sul vostro simpatico smartphone?
Vorreste guardare un bel film in streaming con la Apple TV?
Semi-scordatevelo, perché qui c’è un limite per tutto.
Vi faccio qualche esempio: in media, una connessione ADSL domestica in Italia costa circa 20 euro al mese, si ha diritto ad una velocità variabile tra i 7 e i 20mb ed un tempo di connessione illimitato, senza restrizioni per i gigabyte. Questo vuol dire che potete guardare filmati su youtube tutto il giorno e contemporaneamente videochiamare qualcuno con Skype, niente ve lo impedisce.
Qui invece è molto diverso: prendendo come esempio Telstra, un operatore paragonabile alla nostra Telecom, questo è ciò che viene offerto per l’ADSL a casa:
Come potete vedere, la tariffa base offre 50GB in download per ben 73 dollari al mese (circa 50 euro), quindi, una volta finiti i giga a disposizione non potrete più fare niente.
Alcuni gestori offrono un tot di gigabyte ed una velocità ridotta a 256kb dopo la fine della capacità selezionata, ma è comunque un’ingiustizia se paragonato ai nostri contratti italiani.
E guardate il prezzo per 500GB, ben 113 dollari al mese! (e non è la più cara).
Esistono dei gestori che offrono internet illimitato per circa 29 dollari al mese, ma, non avendo provato, non posso dirvi quanto possano funzionare, e, inoltre, se venite qui con un visto come il mio (Working Holiday Visa) non vi daranno la possibilità di aprire un contratto di nessun tipo, perché non siete residenti.
Insomma rimane la parte “Mobile”, e anche qui le cose non sono migliori:
sempre Telstra, offre 400mb di internet per 30$ (circa 15€) al mese, con la stessa cifra con 3 Italia si hanno 2GB.
Insomma, 400mb bastano davvero per poco se consideriamo che ormai è un’abitudine per tutti i possessori di Smartphone navigare su Youtube, mandare messaggi e foto tramite Whatsapp ed altro.
Inoltre, in Italia, forse potrebbero anche bastare ad alcuni 500mb, perché alla fine, una volta arrivati a casa, c’è la possibilità di utilizzare il Wi-Fi, e quindi evitare di consumare MB.
Altro cavillo fondamentale: ragazzi, non è vero che in Australia ci sono migliaia di reti WI-Fi aperte, in alcuni casi è peggio rispetto all’Italia anche su questo “fronte”.
Ci sono molti “HotSpot”, ovvero linee pubbliche senza password, ma, una volta connessi, è richiesto il pagamento di una somma tramite carte di credito. Evito i commenti sui prezzi e vi posto uno screenshot, cosicché possiate rendervene conto da soli:
E’ da pazzi.
Tornando a parlare d’altro oltre alla tecnologia, ho notato una particolarità dei commessi dei vari negozi: sono tutti incredibilmente gentili e disponibili, chiedono spesso come ti chiami per poterti chiamare con il tuo nome (soprattutto da Starbucks e simili per poterti dare ciò che hai ordinato) e chiedono sempre come stai e se tutto va bene, sembrando davvero interessati alla tua risposta.
Altra caratteristica opposta al nostro stile italiano, e, proprio perché sono abituato così, le prime volte che mi trovavo di fronte ad una domanda come “amico, come stai? tutto bene?” fatta da un commesso di un negozio, mi veniva proprio da rispondergli “ma a te, che c…..avolo te ne frega?”, perché alla fine siamo fatti così, non siamo abituati a certi “trattamenti”.
Certo, ci si può abituare a questo stile di vita, come ci si abitua a tutto del resto, è sempre grazie al tempo che si risolvono le cose no? Credo che sia diverso però se proprio non vuoi abituarti, perché non ti trovi o non ti interessa.
Chiamatemi stupido o esagerato, ma per me già l’assenza del bidet è una cosa insopportabile.
Passiamo agli alcolici.
Giusto ieri, sono riuscito a superare la certificazione RSA, che sta per “Responsible Service of Alcohol” (Servizio responsabile di Alcohol), necessaria per lavorare in un bar, locale, discoteca o Bottle Shop.
Ho detto proprio Bottle Shop, “negozio di bottiglie”?
Si, altra caratteristica del posto: non troverete alcolici di nessun tipo (neanche una birra) al centro commerciale o al supermercatino di quartiere, è vietato.
Sono molto severi in fatto di alcolici: è necessario avere questa certificazione perché bisogna capire molto bene che tipo di persona compra alcolici, qui è considerata davvero come una droga legalizzata.
Per lavorare in un luogo dove si “maneggiano” alcolici devi conoscere cosa dice la legge a riguardo, sapere come comportarti in caso di “cliente intossicato” (insomma, ubriaco), come riconoscere un documento falso, come rifiutare la vendita di un alcolico e molto altro.
Ho passato un giorno intero a studiare tutte le leggi e le varie norme legislative per poter passare l’RSA, pensate, non ho mai studiato così tanto in vita mia, nemmeno quando andavo a scuola (e questo dice tutto).
Funziona così: un locale intenzionato a vendere alcolici deve avere un “Licensee” (Licenziatario) in regola con tutti i permessi e avente, ovviamente, un certificato RSA. Il tipo di licenza cambia in base allo stato, così come le regole e le “fines” (multe).
Ci sono vari tipi di licenze dedicate a bar, bottle shop, hotel, ristoranti, clubs e simili.
Non tutti i locali riescono ad ottenere una licenza a causa del non rispetto del codice oppure per l’eccessivo prezzo in base alla zona, ecco perché esistono i ristoranti “BYO” (Bring your own – porta il tuo), che permettono di portare da fuori (ad esempio da casa) una bottiglia di vino o un alcolico a scelta da accompagnare al pasto, dato che non sono autorizzati alla vendita di bevande contenenti etanolo.
E’ assolutamente vietato somministrare alcolici ai minorenni: non possono entrare in discoteca (a meno che sia uno di queli locali senza licenza quindi privo di alcolici) e nemmeno nei pub. Possono però entrare nei bottle shop, ma solo per comprare coca cola ed altre bevande analcoliche oppure patatine e cibo simile che di solito viene venduto in quei negozi.
I locali in cui vengono venduti alcolici hanno all’ingresso almeno due agenti della sicurezza che controlleranno i documenti d’identità di ogni cliente, e anche qui ci sono limiti inerenti al tipo di documento che differiscono in base allo stato (l’ho già detto che ogni regola o cifra per un’ammenda cambia da stato a stato?). Nella maggior parte dei casi è possibile utilizzare un passaporto (per gli stranieri) o la patente (per gli australiani), non è assolutamente valido il certificato di nascita, anche se siete maggiorenni.
Se il locale è sprovvisto di un controllo all’ingresso, il barista è tenuto a verificare i documenti d’identità di ogni cliente intenzionato a bere drink alcolici. Se questo controllo dovesse essere evitato e il barista servisse (anche inconsapevolmente) un cocktail o una birra ad un minore scatterebbe un multa molto alta (la cifra dipende sempre dallo stato) per chi ha servito il minore, per il Licensee e per il minore stesso (sempre che non gli venga dato una sorta di richiamo scritto per avvisare i genitori).
Ecco una schermata d’esempio che vi mostra le cifre inerenti alle multe per la somministrazione di alcolici ai minori in base ai vari stati australiani:
Oltre a questo, i commessi devono rispettare una serie di regole comportamentali (le cosiddette “House Rules”) nel momento in cui hanno a che fare con una persona intossicata: devono intimarlo a smetterlo di bere e rifiutare di servirgli ulteriori drinks, se il cliente ha difficoltà a comunicare ed è in gruppo, il commesso deve assicurarsi che gli amici si prendano cura di lui e lo portino fuori dal locale, se invece il cliente è da solo, il commesso è obbligato a chiamargli un taxi che lo porti a casa ed assicurarsi che lo prenda.
Per ogni avvenimento del genere esiste un “Incident Log”, ovvero un quaderno in cui vengono scritti dettagliatamente tutti gli incidenti come questo o simili: è obbligatorio per ogni locale in quanto è l’unica prova a favore del Licensee in caso di accuse o cause in tribunale (oltre alle telecamere, che però non possono registrare l’audio, pertanto una grossa parte di prove è già sparita).
Pensate che sia finita qui? Assolutamente no, per quanto riguarda la parte “alcolica” sarebbe davvero lunghissima, non basterebbero 50 pagine, ma voglio descrivervi le cose più interessanti.
Altra caratteristica: è assolutamente vietato promuovere in qualsiasi modo un tipo di alcolico o un’offerta particolare.
Ad esempio, non vedrete mai cartelli fuori dai locali con scritto “Stasera prendi 3 Vodka e ne paghi due” o simili, perché sarebbe assolutamente illegale.
Bevendo una birra o un cocktail al bar siete convinti che state bevendo un alcolico “vero”, ma non è così: la birra alla spina è povera di malto ed alcohol e carica di elementi chimici che ricreano il sapore della birra, così avrete l’illusione di berne una vera, ma senza ubriacarvi. Allo stesso modo, un cocktail costa circa 8$, ma il bicchiere è grande 1/3 rispetto a quelli che ci sono in Italia.
Potreste anche essere ricchi, ma ad un certo punto il barista rifiuterà di darvi ancora da bere se noterà strani comportamenti da parte vostra, quindi non potrete ubriacarvi così facilmente.
L’unico “modo” per ubriacarsi rimane quello di comprare delle bottiglie al bottle shop, andare a casa, e bere senza sosta. Peccato poi che potreste essere colti in flagrante dalla polizia se uscite, ed è meglio che evito di dirvi cosa potrebbero farvi.
Visto quanto sono severi qui? E’ davvero bello ed interessante sapere che ci sono stati che ci tengono davvero a certe cose, si preoccupano, fanno rispettare le regole e impongono severità affinché vengano rispettate. Bravi, è così che si fa!
Meno ubriachi per le strade, meno morti, meno disastri.
E’ tutto bello…. finché poi esci, vai al bar, non ti chiedono i documenti e all’interno trovi un mondo di gente ubriaca che balla e salta da ogni parte.
Come smontare tutto in una sola serata.
E’ stato anche interessante notare un’altra cosa dei vari locali: nella parte esterna, dove ci sono i tavoli per intenderci, non è sempre permesso fumare, e nel caso in cui dovesse esserlo, delle linee gialle delimiteranno i tavoli in cui è possibile rispetto a quelli in cui non lo è.
Parlando di “vizi”, non potevo non citare le sigarette: se avete intenzione di venire qui a vivere dovete mettervi in testa di smettere di fumare, perché un pacchetto di Marlboro Light costa 20$, e i pochi locali che vendono sigarette le tengono chiuse in bacheche sicure quasi come se fossero Rolex.
Mi è capitato a Sydney di uscire a fumare una sigaretta alle 3 del mattino e ritrovarmi una persona di fronte che quasi si inginocchiava per avere una mia sigaretta già accesa in cambio di 70 centesimi di dollaro. Alla fine ho dovuto accettare e dargliela, iniziava ad essere assillante. Pazzesco.
La giornata inizia molto presto qui a Mooloolaba: la gente si sveglia alle 5-6 del mattino per andare a correre, perché dopo la temperatura si alza subito fino a 30 gradi circa (non era esattamente lo stesso a Sydney), e poi tutti vanno a lavorare.
Il Venerdì è il giorno di paga, quindi sicuramente incontrerete qualcuno che decide di “fare serata”, ma attenzione, gli orari sono ben diversi rispetto ai nostri: in Italia in media si esce da lavoro alle 19/20, si va a casa a cenare, ci si lava e si esce attorno alle 22 per andare al pub o in discoteca e tornare attorno all’una (mediamente); qui invece escono da lavoro alle 5, perché tutti i negozi (ad esclusione di alcuni Convenience Market e i vari Fast Food molto presenti a Sydney e poco presenti qui) chiudono a quell’ora.
E’ pazzesco ritrovarsi all’interno di un negozio alle 16:50 e sentire l’annuncio della chiusura entro dieci minuti.
Quindi qui cenano presto ed escono presto, alle 21 sono già tutti in giro a far baldoria, e tendenzialmente la serata finisce prima di mezzanotte (ovvio, ci sono sempre le eccezioni).
E queste erano solo alcune curiosità sullo stile di vita australiano e sul modo di vivere qui, ma avrò tempo per scriverne altre.
That’s all folks, stay tuned!
May 11, 2013 @ 6:07 pm
Ciao sono Filippo. Ho letto con interesse quello che hai scritto.
A Febbraio sono stato un mese ad Adelaide, in vacanza dai parenti della mia ragazza, e trovo che la maggior parte delle cose che hai scritto siano assolutamente vere. Vorrei sottolineare come gli australiani vivano veramente senza preoccupazioni soprattutto in relazione al futuro. L'idea di dover risparmiare per i propri figli non è una priorità, perchè l'inserimento nel mondo del lavoro è moooolto più semplice del nostro. Questo non significa che chi trova un lavoro stia a posto per sempre: la mobilità è la regola in Australia. Puoi cambiare lavoro decine di volte in un anno, sia per volontà tua sia per volontà dei tuoi datori di lavoro. In Australia il datore di lavoro paga molte tasse se le tue ore di lavoro superano un certo limite o se hai una certa età, quindi tendono ad avere molti lavoratori per le stesse mansioni che facciano meno ore complessivamente e che siano giovani o anche molto giovani (non devi avere la maggiore età per lavorare).
Personalmente trovo l'Australia il paese dove si può vivere ancora una vita dignitosa: è pulita, ricca, sicura (non in senso assoluto ma molto più sicura della mia città), ha una sanità che funziona ed un'istruzione che ti garantisce l'inserimento nel mercato del lavoro ancor prima di finire gli studi. E soprattutto ha dei paesaggi incredibili. L'Outback ti lascia senza parole, con quel silenzio assordante e quei colori così vivi..siamo stati 3 giorni nelle varie "gorges", le gole, nel parco Flinders Ranges e non c'era fine allo spettacolo naturalistico che avevamo di fronte.
Verissimo che non hanno il bidet, d'altra parte non lo hanno neanche i francesi e altri paesi europei :).
Per il cibo non sono del tutto d'accordo con te. Ad Adelaide ci sono più ristoranti pro capite che nel resto del paese e c'è di tutto, di qualsiasi fascia di prezzo e per qualsiasi palato. I ristoranti italiani sono cari e sono anche buoni. La pizza la puoi mangiare anche con la mozzarella di bufala (io sono casertano e so per certo che ci sono allevamenti di bufale in South Australia che producono latte e mozzarella). Certo niente di italiano ha lo stesso sapore della vera Italia ;). D'altra parte possiamo realmente esportare nel mondo solo gastronomia e delinquenza, e siamo in entrambi i casi i numeri uno!
May 27, 2013 @ 9:06 am
Ciao Filippo, grazie mille per il commento, è stato molto interessante!
Purtroppo non ho avuto la possibilità di visitare Adelaide ed altre splendide città Australiane, ma forse, un giorno, ci tornerò.