Bill Biggart: il fotografo che ha dato la vita per uno scatto

Come tutti voi saprete, l’11 settembre di 11 anni fa l’America piangeva le vittime del più grande attentato terroristico della storia. E’ stato un momento davvero difficile, un duro colpo per tutti, non solo per gli Stati Uniti: quell’attentato mise in ginocchio l’economia, la borsa, il turismo e l’aeronautica…. di tutto il mondo.

USA Terrorist Attack-WTC


Sono tante le persone scomparse e tanti gli eroi che hanno aiutato la città a rialzarsi lentamente, così come quelli che purtroppo non ce l’hanno fatta e hanno sacrificato la propria vita per aiutare o fare del bene. Non si deve necessariamente pensare ad un pompiere o ad un poliziotto, perché anche un fotografo può diventare un eroe; è il caso di Bill Biggart.
Ho avuto modo di “conoscere” Bill quest’anno, quando stavo preparando la tesina per il mio esame di maturità, che appunto era sulla fotografia. Mi ha affascinato molto la storia di questo fotografo, le dinamiche e il fatto che tutto il lavoro di Biggart non sia andato perso proprio grazie ad una fotocamera digitale.
Bill Biggart era un bravo e stimato fotoreporter statunitense, quel giorno si trovava nei paraggi del disastro ed iniziò a scattare fotografie dell’evento. L’ultima sua fotografia, quella diventata storica, è stata scattata alle ore 10:28:24, pochi istanti prima che Bill venne travolto dai detriti derivanti dal crollo della torre nord del World Trade Center.
Ritrovarono il suo corpo quattro giorni dopo tra i detriti: i rullini fotografici che portava con sé erano stati completamente distrutti, era impossibile recuperare  le fotografie, ma, “fortunatamente”, 150 foto della giornata erano state scattate con una Canon D30, fotocamera digitale che utilizzava le Compact Flash Card, memorie di massa resistenti e racchiuse all’interno di un massiccio corpo macchina, permettendo un facile recupero degli scatti. Le fotografie fecero rapidamente il giro del mondo tramite internet e giornali.

L'attrezzatura di Bill ritrovata sotto alle macerie
L’attrezzatura di Bill ritrovata sotto alle macerie

 

Così come Bill, altri fotoreporter hanno dato la vita per completare il loro lavoro, aiutati dalla tecnologia di una fotocamera digitale che, adottando memorie di massa piuttosto resistenti, hanno permesso la diffusione di moltissimi momenti importanti, guerre, esplosioni, danni, omicidi, e molto altro ancora. E grazie ad internet, le foto possono arrivare facilmente dall’altra parte del mondo, ed informare la gente.