Sydney – Day #1: Opera & King's Cross

Il primo giorno è sempre quello in cui arrivi e sei stanco, è tutto nuovo e devi ambientarti, capire, osservare e pensare a cosa fare.
L’arrivo non è stato dei migliori: sbalestrato da un viaggio massacrante durato 25 ore, ho dovuto pagare 155$ di tassa d’importazione delle sigarette in quanto a Malpensa avevo acquistato due stecche di Lucky Strike Blu dopo aver chiesto al simpaticissimo commesso, che potrebbe schiantarsi contro un palo, se in dogana a Sydney avrebbero poi fatto storie (ottenendo una risposta negativa da parte sua della serie “nooonooooo vaaai tranquiiillo proprio!”).

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Fuori dall’aeroporto abbiamo notato un inizio di giornata nuvoloso e piuttosto fresco (erano le 09:00 circa) e, dopo aver preso un taxi, siamo finalmente giunti al nostro ostello, l’Eva’s Backpackers.
Salutato il commesso con la tipica faccia di quello che pensa “vedi di muoverti a darmi i documenti per il check in perché devo andare a surfare come un bastardo”, ci siamo visti costretti a pagare subito la settimana di soggiorno…

240$ thanks..”

Io prendo 120$, il mio compare anche e lí mettiamo sul tavolo; poco dopo notiamo la faccia ingrugnita del Tony Hawk del surf che ci fa “each!” (A testa)… Non poteva mancare la collaudata parola per esprimere stupore all’italiana “Minchia!“.

Spese folli in neanche 1 ora a parte, la prima cosa che abbiamo pensato di fare dopo aver lasciato giù la valigia è stata quella di prendere una mappa in ostello e vedere dove poter andare.
Eravamo curiosi di vedere l’Opera in tutto il suo splendore, perciò ci siamo catapultati in quella direzione.

 

SYDNEY OPERA

Partendo da King’s Cross, il quartiere del nostro ostello, non è difficile arrivare alla zona dell’Opera passando per i favolosi giardini botanici.
Pochi passi tra le strade al contrario di questa città ed eccoci arrivare all’ingresso dei giardini, un posto davvero rilassante e pieno di verde (come ogni giardino botanico che si rispetti insomma).
Gente che prende il sole, gente che corre, chi fa stretching, chi si rilassa, chi usa ombrelli al contrario…

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Bastano pochi passi attraverso gli ibis bianchi, le piante colorate e le collinette col prato appena tagliato per poter scorgere il nostro punto d’arrivo: l’Opera.
Come ogni monumento degno di nota, questo dà il meglio di se soltanto quando lo si vede dal vivo.
Circondato in parte dal mare, l’Opera è il punto di riferimento di Sydney, dove tutti passano per far foto, mangiare al costoso ristorante, ascoltare musica o anche organizzare matrimoni (che non voglio sapere quanto possano costare in un luogo del genere).

Giusto il tempo di osservare i materiali e le mura di questo punto di riferimento ed un altro dettaglio colpisce i nostri occhi: l’Harbour Bridge.
Non poteva mancare una panoramica di questo bellissimo ponte con tanto di Opera di fianco, ecco:

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Il primo pranzo australiano non è stato salutare, ma era tra i cibi più economici della zona. Si trattava di uno Steak Sandwich, un panino con all’interno carne alla griglia, cipolle dorate, ketchup, pomodori ed insalata, per un totale di 18,50$.
Dopo aver bevuto 10$ d’acqua e 5$ di caffé abbiamo deciso che quest’ultima bevanda sará particolarmente evitata durante la vacanza, sia per il prezzo sia per il fatto che non ha un buon sapore (I miss you italian coffee!).
Dopo aver speso 30$ a testa per un panino, un’effervescente naturale ed un caffé, ci siamo diretti nei dintorni per osservare qualche negozietto, per poi tornare in ostello a fare un pisolino.

Ore 17:30 : “Tranquillo, dormo un paio d’ore e poi andiamo a cena”
“Sisi anch’io”

E fu cosí che si svegliarono alle 23:00.

 

King’s Cross By Night

Dopo esserci svegliati e aver fatto una doccia rilassante ed igienizzante mancava solo una cosa da fare: vestirsi.

…beh, e mangiare ovviamente,

Usciti dall’ostello, in fondo alla strada ci siamo trovati in mezzo al quartiere tanto rinomato da chiunque.
Rinomato per l’estrema pulizia, il lusso, la brava gente, i ragazzi sani e rispettosi, le brave ragazze e i vestiti da sera eleganti.

Ora prendete ogni singolo aggettivo/parola usata per descrivere il quartiere e trovate il suo contrario peggiore e devastante, questa è Amsterdam senza giubbotto.
È il luogo dove si ritrova la gente a cui piace alzare il gomito, infilare siringhe e abbassare pantaloni.

Anche qui abbiamo convenuto che il pasto più economico doveva essere quello meno salutare, quindi McDonald’s ha vinto.
Dopo aver cenato e aver trovato i soliti migliaia di italiani in giro, abbiamo esplorato il quartiere a fondo.
È piacevole notare che nonostante l’alta percentuale di ubriaconi storti presente, nessuno sia violento e non vi sono stati scontri o risse, anche perché poliziotti e guardie sono presenti molto frequentemente.

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Sembra quasi un film americano senza americani: ragazze ubriache ovunque, cinesi, uomini in camicia sorridenti, autobus carichi di studentesse che ti gridano “dai sali forza!”, gente che vomita giù per terra, cinesi, pr che vogliono farti entrare in discoteca, cinesi, clochard, jamaicani che suonano strumenti strani, cinesi, italiani, cinesi, italiani, cinesi, tedeschi, cinesi, italiani, ristoranti cinesi, pizzerie italiane, cinesi e cinesi.

Non abbiamo avuto il coraggio di fermarci a bere perché immaginavamo quanto potesse costare una semplice birra, sará per la prossima volta.

Tornando verso l’ostello ho notato grande vita anche alle 3 del mattino: abbiamo incontrato ragazzi italiani che ridevano e scherzavano, cinesi, poliziotti che facevano la ronda, cinesi, australiani che scroccavano sigarette perché qui costano 20$ a pacchetto, cinesi e italiani.

Mentre ero seduto fuori dall’ostello a fumare una sigaretta (sempre quelle di prima pagate come oro, infatti ad ogni tiro mi sento in colpa), ho notato un altro dettaglio interessante della vita Sydneiana, o Sydnerina, insomma come volete: una Prius (macchina elettrica della Toyota, ndr), guidata da due ausiliari del traffico, si è fermata di fronte a me e, una volta scesi, i due “vigili” hanno iniziato a mettere multe a go go, con tanto di fotografia scattata al momento per provare l’infrazione. Vi ricordo che tutto questo è successo alle 3 del mattino.

Una volta salito in camera mi sono accorto che era necessario infuriarsi in quanto il wi-fi, dopo essere stato lento per tutto il giorno, ha smesso di funzionare. Cosí mi sono messo a scrivere questo articolo, sperando di non avervi annoiato.

Al prossimo appuntamento!