La sessione domenicale di scatti tra neve e cinesi col ventilatore

Era da un po’ che non mi dilettavo a scrivere sul mio blog. Il problema è che penso sempre a migliaia di altri lavori e finisco col trascurare il mio spazio personale che, ahimè, è poco aggiornato. Impegni a parte, nulla mi ha impedito di uscire a fare qualche scatto in una domenica di febbraio, neanche la neve e il freddo. Caricato lo zaino e il cavalletto in macchina, io e il compagno di merende Daniel ci siamo subito messi all’opera.DSC_6440

L’obiettivo era quello di sfruttare il cavalletto per poter garantire stabilità alla macchina fotografica ed ottenere spettacolari effetti di luce provocati da, ad esempio, la scia delle automobili in autostrada.

 

Ovviamente sto scherzando, il vero obiettivo era riuscire a morire congelati pur avendo calzamaglia, giubbotto, cappello, guanti, riscaldamento portatile, falò elettronico, drago sputa-fuoco, sole con batterie al litio, un accendino scarico e un cinese con un ventilatore rotto (me lo sono portato da Sydney). E direi che la missione è perfettamente riuscita.

La giornata è iniziata a Cassano Magnago (VA), precisamente al Parco della Magana, dove lo scenario innevato delle città limitrofe ci ha permesso di provare qualche scatto panoramico.

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Per questi scatti ha prevalso un’impostazione con otturatore semi-chiuso (a circa F11) e un’esposizione variabile tra i 10 e i 20 secondi. Iso ovviamente ridotti al minimo consentito (100) e cavalletto ben posizionato in bolla. Ecco il risultato:

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Dopo aver distrutto la sensibilità delle mani, perso le dita dei piedi in mezzo alla neve e fatto scappare il cinese col ventilatore, ci siamo diretti a fare un aperitivo a base di fuoco in testa per poterci riprendere dal freddo preso durante la giornata.

Non contenti, ci siamo rimessi “in gioco” sotto la pioggia mista a neve che ormai andava avanti da tutto il giorno: lo scenario stavolta era un ponte di Gallarate (VA) sopra all’autostrada verso Milano. Desideravo fare una foto con la scia di luci delle macchine, cosa che non avevo mai avuto occasione di provare.

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Dunque, dovete sapere che, in moltissime fotocamere (di solito non le compatte), c’è la possibilità di regolare a piacimento il cosìdetto “tempo di posa”, ovvero il tempo (espresso in secondi) in cui l’otturatore deve rimanere aperto per garantire una maggiore entrata di luce nell’obiettivo e permettere così di ottenere vari effetti spettacolari, come ciò che state per vedere (che, vabbè, alla fine avete già visto ad inizio articolo).

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Vi starete chiedendo come sono riuscito a togliere dallo scatto la rete protettiva che si trova su moltissimi ponti. Post-produzione? Photoshop? No, se si può evitare è meglio, anche perché togliere intere maglie della rete protettiva da uno scatto del genere vuol dire buttare via la foto o perdere ore ed ore davanti al computer, e non mi sembra il caso.

Il trucco sta nel mettere il cavalletto ad una distanza di circa 1,5mt dalla rete, applicare un po’ di zoom manuale (questo dipende in base al tipo di obiettivo, nel mio caso era un 18-200mm posizionato a circa 40mm) e mettere a fuoco nel punto centrale della maglia, in modo da sfuocare al massimo i componenti della rete protettiva. Che ci crediate o no, lo scatto qui sopra è stato realizzato proprio in questo modo.

Un dettaglio che, a parer mio, rende la foto molto caratteristica è la striscia di puntini gialli che vedete sulla destra. Di che si tratta? Stava passando un veicolo con i lampeggianti accesi, era il cinese col ventilatore che avevamo fatto scappare prima.

PS.: è chiaro che non sono razzista verso i cinesi, prendetela sul ridere.