Sydney – Day #3: Taronga Zoo

Suppongo che qualcuno stamattina abbia guardato giù, decidendo di salvare la vita di un giovane ragazzo nei pressi di Sydney. Per un attimo si è sfiorata una vera tragedia qui all’Eva’s Backpackers: un giovane muratore ha iniziato a trapanare il muro alle 10:00 del mattino, non curante del fatto che qualcuno aveva avuto una notte piuttosto insonne; fortuna che mi sono svegliato giusto 3 minuti prima dell’inizio di quel rumore infernale, avreste potuto leggere di un giovane turista italiano in carcere dopo solo 3 giorni.

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Non c’è niente di più bello che guardare fuori alla mattina e non saper mai come vestirsi… eppure ero convinto che in 25 ore di volo si arrivasse a Sydney, non a Londra!
Ironia delle condizioni climatiche a parte, ho imparato che si può uscire a maniche corte, ma è sempre meglio portarsi dietro una felpa: alla mattina fa freschino, al pomeriggio fa quel calduccio che non guasta.
Il primo passo importante della mattinata, dopo essersi vestiti nel modo adeguato, è quello di far colazione: dopo aver scoperto che anche qui hanno i toast, ho deciso che quella diventerà la mia colazione di sempre, anche perché è la più economica tra i cibi sani.
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La tappa prescelta di oggi è il famoso Taronga Zoo di Sydney, pieno di animali che vivono esattamente nel proprio habitat (vedi Canguri e Tarantole).
Per arrivarci, occorre fare 3km a piedi per arrivare all’Opera House e poter prendere il Ferry (battello) verso la parte della città in cui è situato il parco faunistico.
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Lungo i tre chilometri di strada mi sono accorto che comincio ad apprezzare il relax del parco botanico, passaggio quasi obbligatorio (se non fatto apposta da noi) per arrivare alla zona dell’Opera. I suoi magnifici alberi, la gente che corre, chi si rilassa, chi ammira il magnifico panorama….
C’è un’altra cosa che inizio particolarmente ad apprezzare: il suono del semaforo. Si, perché qui i semafori hanno delle piccole casse. A che servono? Beh le casse servono per riprodurre il suono, lo sapevate? Quel suono invece aiuta i non vedenti a capire quando poter attraversare.
Quando il semaforo è rosso viene riprodotto un bip a frequenza costante, quando invece diventa verde la frequenza aumenta e viene riprodotto un altro suono che tempo fa venne campionato ed inserito in una canzone house di cui ora non ricordo il nome. Un giorno riuscirò a registrare quel suono, ho deciso…. e mi ricorderò anche il nome di quella canzone!
Arrivati all’attracco del traghetto abbiamo avuto la possibilità di pagare viaggio+biglietto dello zoo in una volta sola, non male!
Tra le scene indimenticabili compare quella di tre cinesi
(se avete seguito i miei precedenti articoli saprete che di cinesi ce ne sono giusto un paio qui a Sydney)
che continuavano ad ingurgitare Ferrero Rocher, uno dopo l’altro, senza ritegno. Che ragazzi affamati.
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Una volta attraccati, siamo stati portati all’ingresso dello zoo da una funivia che ci permetteva di osservare dall’alto una buona porzione di zoo.

 

Taronga Zoo

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Ho visitato molti zoo in vita mia, e mi sono sempre lamentato delle gabbie piccole e delle scarse condizioni in cui vivevano gli animali; non è il caso di questo zoo, niente da dire!

Abbiamo visto molti animali tra cui la tigre, il leone, la tigre delle nevi, l’elefante, la giraffa, e molti altri, ma i più interessanti sono stati sicuramente i canguri, i koala e i vari ragni, tipici animali che si trovano qui.

Qui sotto trovate una gallery con qualche foto fatta in questo luogo meraviglioso:


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Woolloomooloo

Una volta tornati dallo zoo, lungo la strada di casa, è arrivata una delle idee brillanti del socio che è qui con me: “ooo ma perché non passiamo per quella strada anziché passare per il giardino botanico? Tagliamo di brutto oh”. Non ho mai odiato così tanto un mio “certo, perché no?”.
In un batter d’occhio ci siamo ritrovati in mezzo all’autostrada. A piedi.
L’unico modo per salvarci era scavalcare una ringhiera appuntita e rientrare nel parco, fatto.

Sul cartello d’ingresso per l’autostrada c’era scritto “Woolloomooloo”, un quartiere di Sydney; non volevo gridare “Banzai” mentre mi lanciavo dall’alto della ringhiera appuntita, questa è stata la prima parola che mi è venuta in mente, mi ha aiutato molto.

wolooomoooloooo

Siamo tornati in ostello sani e salvi, appena in tempo per l’arrivo della pioggerella fastidiosa che c’aveva abbandonato di mattina presto.

Al nostro rientro abbiamo scoperto, a sorpresa, che il wifi dell’ostello non funzionava. Davvero strano, di solito è così veloce e funzionante che sembra di volare direttamente su un satellite nello spazio (frase retorica, ovviamente).
Ma poi abbiamo anche scoperto di avere un nuovo compagno di stanza: uno svedese di 20 anni che si trova in Australia per vivere una nuova esperienza; ragazzo molto simpatico e divertente, parla anche molto bene l’inglese!

Visto che noi siamo persone a cui piace rispettare i giusti orari per mangiare, siamo usciti alle 22:30 e abbiamo trovato quasi tutto chiuso; inevitabile la sosta da McDonald’s, la nostra ultima speranza.

Abbiamo poi riscoperto la vera anima di King’s Cross: ubriaconi allegri in giro che si fanno fare le multe per eccesso di alcol dalle poliziotte, cabine del telefono viventi che ti chiedono se hai voglia di divertirti con loro… insomma, tutto nella norma.

Dopodiché abbiamo deciso di andare a berci la prima birra in un pub australiano. Una Corona con limone costa 7$; strano, mi aspettavo molto di più… ormai non sono più abituato a spendere banconote con una cifra singola.

La serata si è conclusa presto in quanto comunque, anche se questa è Sydney, qui c’è gente che lavora e che deve alzarsi presto… non son mica tutti come me che si mettono a scrivere il proprio diario 2.0 alle 4 del mattino!