USA Trip Day #1 : Manuale delle figuracce edizione Americana.

Sono quasi emozionato, dopo due anni torno a scrivere su questo blog per raccontarvi un’altra fantastica avventura. Manco a farlo apposta, ogni volta che mi sposto di 5 metri succede qualcosa, pertanto, vediamo com’é andato il viaggio. image Il mio primo viaggio lo feci all’etá di 4 anni verso la Grecia, io e la mia famiglia andammo a Rhodi e…mm, suppongo che però voi siate interessati al viaggio che sto facendo ora. BTW (By The Way), come dicono i miei nuovi friends, la mattinata inizia alle 6, quando mi sveglio dopo la lunghissima mezz’ora di sonno prima del viaggio.

Una volta giunto a Malpensa inizio a pensare al fatto che sia ormai troppo semplice fingersi di trovarsi in Arabia Saudita, dove avete nascosto gli italiani? In attesa di imbarcarmi, rifletto sulla situazione e penso che l’idea migliore sia quella di fermare ogni singolo arabo e chiedergli la direzione in cui viaggia, non si sa mai, tanto un biglietto per la direzione opposta si recupera in un attimo…beh, data la situazione direi “al volo”.

Proprio poco prima di imbarcarmi noto una signora identica a Yoko Ono e li inizia un’altra riflessione intensa delle mie : le chiedo una foto assieme o la prendo a calci nei reni senza preavviso per aver rovinato uno dei miei gruppi preferiti? Alla fine ho pensato di non fare niente in quanto il mio lavoro con gli Arabi era giá stato sufficiente. (Niente di personale)

 

Una volta a bordo, mi siedo comodo comodo e attendo il decollo per poter finalmente tirare fuori l’iPad con dentro 768.000 terabyte di serie TV che, conti alla mano, potrebbero farmi compagnia per i prossimi 50 anni.

Inizio a guardare una serie TV che mi incuriosiva da moltissimo tempo: Sleepy Hollow.

Guardandola, scopro che mi piace sempre di piu, tuttavia, qualcosa non mi tornava, mi sentivo troppo osservato. Dovete sapere infatti, per farvi capire meglio, che quella serie TV parla di demoni che tornano dal passato per uccidere e di antichi racconti su streghe e sull’Apocalisse (in soldoni), il genere di cose che, assieme a The Walking Dead, ormai caratterizza il mio tempo libero.

Tuttavia, continuavo a sentirmi osservato: avete presente quella strana sensazione? Dovevo capire perché.

Con la coda dell’occhio sono riuscito a capire che chi mi fissava era il mio vicino di sinistra (fila da tre posti, io ero in mezzo), e subito dopo ho capito perché: era un prete e aveva in mano vari manoscritti (alla parvenza antichi) inerenti a demoni e cose simili, probabilmente era una sorta di esorcista che si stava scandalizzando di fianco a me. Decisi che era il momento di cambiare serie Tv, pertanto ho optato per un bel film: The Amazing Spiderman 2; perché non passare da una serie tv sui demoni con di fianco un prete ad un film in cui nella prima scena cade un aereo a causa di un attentato? Ora mi sentivo osservato alla mia destra.

Dannazione, in aereo bisogna stare attenti a quello che si guarda!

Stufo, decido di andare in bagno a riflettere sui miei peccati.

Il volo prosegue bene, molto comodo, cibo squisito, hostess giovani, simpatiche, dinamiche, disponibili, aereo pulito, tutto meraviglioso, insomma, United é la compagnia che tutti dovreste scegliere (cari dirigenti United che state leggendo, sappiate che al prossimo volo voglio lo sconto).

Atterrato a NY subito inizio a respirare un’aria diversa: era un cestino pieno di cibo marcio.

Arrivato ai controlli, gli agenti cominciano a fare le domande di rito, cosi saltá fuori il discorso inerente a quanto mi piaccia la fotografia. Simpaticamente, il poliziotto mi dice “beh, perché non valuti l’opzione di studiare fotografia qui in America?” avrei voluto rispondergli “ceeeeeerto, me li dai tu 30.000 dollari l’anno?”, ma dovevo ancora entrarci in America, pertanto ho preferito rispondere con un sincero “i’m here just to look at a photography university” (sono qui solo per cercare un’universitá di fotografia). Deve aver capito la punta di sarcasmo, ma comunque mi ha salutato con un sorriso.

A quel punto dovevo rifare il check-in per la mia seconda destinazione: Denver.

La mia tensione era data dal fatto che con me, oltre allo zaino fotografico, avevo una borsa con uno Slider, cioé un dispositivo elettronico motorizzato di 80cm per fare carrellate con la fotocamera. A Malpensa, visto dal computer della polizia, sembrava un fucile a pompa.

Arrivo al Security Check, metto tutto sul nastro in questo ordine: felpa, marsupio, cintura, scarpe, slider, zaino. Esce la felpa, poi il marsupio, poi la cintura, poi le scarpe e…

*BIIIP BIIIP* “John, come here to check this one”

Eccallá.

Fisso la poliziotta, convinto di averla giá vista in qualche serie tv e le dico “it’s mine… I have the key and I can give you further info if needed” (é mio, ho le chiavi e posso darvi maggiori informazioni se serve)

Ok, John mi chiede di seguirlo, io gli chiedo di aspettare, lui mi chiede il motivo e..

*BIIIP BIIP* “John, come here to check this one”

Ri-Eccallá, mancava lo zaino.

Però ero tranquillo perché in breve tempo avrei aperto il lucchetto della borsa dello slider semplicemente prendendo le chiavi nel….ehi, aspetta un attimo, dove sono le chiavi??

Il panico.

Io non trovavo le chiavi, John mi fissava, la sua collega chiamava John, gli altri agenti mangiavano le ciambelle, io sudavo, John sorrideva, la collega lo chiamava, John non sorrideva più.

Le mie speranze erano legate al sorriso del mio nuovo amico John.

Ribalto il marsupio, ribalto i pantaloni, ribalto le mutande: niente, eppure le avevo viste due minuti prima. John mi dice che lui può cercarle per me nello zaino, ma io non posso avvicinarmi. Dramma. Le ciambelle finiscono, la collega chiama John, John cerca le chiavi, io sudo.

Dopo due minuti torno indietro verso il security check e proprio lí, giù per terra, vedo LE CHIAVI!

Chiamo la collega di John che stava chiamando John e blocco John che stava per distruggere il mio lucchetto nuovo nuovo. Controllano lo slider, gli spiego a cosa serve, tutto ok. Panico passato. Ero in ritardo, in venti minuti avrebbero iniziato ad imbarcare il mio volo e io ero dall’altra parte del Terminal (no ragazzi, scordate Malpensa, qui gli aeroporti sono grandi almeno come la tenaglia che aveva in mano John mentre la collega lo chiamava).

Mentre correvo verso il check in, davanti a me si paventava il paradiso: pensate ad un negozio di cibo o dolci qualsiasi, erano tutti lí. Starbucks, McDonald’s, Burger King, M&M’s Shop, Subway, Fuddruckers…etc etc

Insomma, giá mi vedevo con il mio amato frappuccino di Starbucks in mano che non bevevo da almeno 2 anni. Tuttavia, man mano che arrivavo al mio gate, i negozi iniziavano a diminuire, fino a quasi scomparire. Non mi rimaneva molto tempo, così decisi di spendere i miei primi 7$ per uno Smoothies che all’apparenza sembrava squisito. E avevo ragione, SEMBRAVA squisito. Qualche messaggio col wi-fi GRATUITO dell’aeroporto e via verso Denver. Sul volo verso Denver nulla da segnalare, a parte la mancanza del tanto promesso Wi-Fi. Una volta arrivato a Denver, mi sono reso conto che piu che un aeroporto sembrava una nave bloccata nel terreno. Attorno all’aeroporto IL NULLA.

image Al momento dell’atterraggio avevo 50 minuti esatti per correre sull’ultimo volo verso Idaho Falls, ero convinto di farcela… Scendo al volo dall’aereo, mi fiondo da un’incredibile sosia della collega del caro John e le chiedo dove andare per il gate, lei risponde “oh… You’d better run, it’s gate 90, the last one at the end of the airport”. Molto bene ho pensato, tuttavia, correndo, non potevo fare a meno di non fermarmi da Starbucks, stavolta non mi sarebbe scappato. image Il volo finale verso Idaho Falls non é stato esattamente positivo: ho dovuto lasciare lo zaino con dentro tutto il mio materiale elettronico alla hostess che mi ha promesso che me l’avrebbe ridato all’atterraggio, peccato che sia rimasto direttamente a Denver. Questo é stato il mio benvenuto ufficiale negli USA, tuttavia é stata una gradevole serata con Peter (colui il quale mi ospita) e Daniel, il mio amico italiano.

 

In serata ha telefonato la compagnia aerea dicendo che domani mi sará riconsegnato il bagaglio. Nel frattempo, inizia il mio tour per i negozi locali, mi sono giá “abbandonato” nel reparto “Starbucks” che presto vi mostrerò. Pensate a quante cose sono successe in un solo giorno, ne ho ancora 27 da affrontare! Nei prossimi articoli: Yellowstone, l’Indian Party, Route to San Francisco, Yosemite & more!