Usa Trip Day #12: la città dei miei sogni
Forse l’ho sognata per troppo tempo, forse ho fissato quell’immagine sul mio computer per troppe ore e per troppi mesi, ho desiderato di essere qui più di qualsiasi altra cosa, ma, in ogni caso, ancora non riesco a realizzare il fatto che io sia davvero a San Francisco, la città dei miei sogni.
La sveglia questa mattina è suonata un’ora dopo la mia sveglia effettiva: se a Blackfoot non dormivo a causa del fuso orario “sballato”, qui il problema è decisamente un altro, fa proprio caldo.
Chi se lo sarebbe aspettato un clima così estivo? Voglio dire, avevamo guardato il meteo, certo, ma comunque San Francisco è sempre una città molto ventilata e ad ottobre fa piuttosto freddo; nulla di più falso, qui si muore.
Svegliarsi con i rumori della città che ami non è neanche così fastidioso, ci sono sempre ragazzi di strada che si esibiscono in balletti vari e canzoni con strumenti improvvisati, è un’ottima colonna sonora per quando sei in bagno, garantito.
Il programma di oggi era molto vasto: non sapevamo cosa fare; a spiazzarci in realtà era il tempo davvero strano: nessuna nuvola in cielo e, come già detto, un caldo incredibile.
Faccio colazione davanti al computer (non potevo chiedere di meglio) mentre sistemo alcune foto di qualche giorno fa e inizio a pensare ad un programma.
Prima di uscire abbiamo fatto un giro per il nostro ostello, l’Hostel International (HI) – San Francisco Downtown (pubblicità che non prevede sconti sul pernottamento in quanto ho già pagato tutto). Ho visto diversi ostelli in passato e mai finora mi è capitato di vederne uno così pulito, ordinato, moderno e completo.
La cucina ha davvero tutto, anche più del dovuto; sono rimasto basito nel vedere tre lavandini dedicati a tre diversi tipi di lavaggio per sgrassare i piatti. Poi si può sempre trovare Acqua gratuita, del caffè, posate, piatti, bicchieri e così via.
Il primo giro in città l’abbiamo fatto a Chinatown: no, non ci mancavano tutti i cinesi che abbiamo visto nei tre giorni a Yellowstone, volevamo semplicemente dare un’occhiata ad alcuni negozi di fotografia e souvenir. La cosa divertente è che a Chinatown non ci sono cinesi ma sudamericani e i negozi di fotografia vendono valigie; credo che da queste parti siano ancora fatti dal tempo dei figli dei fiori.
La seconda tappa è stata più che ovvia (anche se effettivamente sarebbe dovuta essere la prima dopo aver messo piede fuori dall’Ostello): l’Apple Store di San Francisco.
Come ogni Apple Store che si rispetti è arredato con uno stile minimale e moderno. Le scale interne sono molto belle e mi ricordano lo store di Regent Street a Londra. Tuttavia, siamo passati più che altro per vedere il nuovo iPhone 6 Plus che, tra una cosa e l’altra, non avevamo ancora visto dal vivo.
Prime impressioni? CHEVELODICOAFFA. E’ bello, mi piace, è ciò che aspettavo da tempo, continuo a controllare lo stato della spedizione per capire quando arriva. Quando arriva? Dannazione, non sarei dovuto passare all’Apple Store.
Cerchiamo di distrarci con i mille negozi della zona; entriamo nel negozio ufficiale Converse (assolutamente gigante) e rimango folgorato da un paio di scarpe molto particolari (a buon prezzo tra l’altro). Questo posto è un inferno, è tutto bello.
Il negozio Converse presenta anche una strana cabina telefonica che riproduce una stazione radiofonica direttamente nella cornetta. Per ascoltare la stazione basta sollevare la cornetta ed avvicinarla all’orecchio. E’ molto bella, tuttavia devo ancora capirne l’utilità.
Penso ancora all’iPhone 6 Plus visto poco fa mentre fisso migliaia di scarpe attaccate al soffitto; speriamo abbiano lavato le suole, altrimenti sarebbe un incenso piuttosto alternativo.
San Francisco è una città meravigliosa (l’ho già detto?), ad ogni modo penso sia davvero meravigliosa. Che meravigliosa città che è San Francisco. Questa meravigliosa città è meravigliosamente meravigliosa.
Diciamo che, l’unico micro dettaglio che mi fa infastidisce un po’ riguarda le regole restrittive per i fumatori: in moltissimi luoghi pubblici (anche all’aperto) è severamente vietato fumare, così come vicino alle vetrine o agli ingressi dei negozi. Per carità, molto meglio per la salute personale e per i non fumatori, tuttavia penso che a volte sia eccessivo, così come sia eccessivo la mancanza di posacenere e la conseguente presenza eccessiva di mozziconi sulle strade (no, qui le strade non sono pulite come in Idaho, ma, essendo una città è anche normale purtroppo). Alcuni divieti vanno addirittura contro la fisica umana, costringendo le persone ad atti osceni: pensate, in alcune zone è addirittura vietato avere le spalle.

Mentre camminavamo verso la macchina mi sono fermato a bere un caffè, pensavo all’iPhone 6 Plus così tanto che non mi sono nemmeno accorto che mi trovavo ancora a San Francisco.
Ho deciso di pensare ad altro cercando di distrarmi con altre cose, come ad esempio Samy’s Camera, uno dei negozi di fotografia più grandi di San Francisco.
Ha l’aria di un grande magazzino, tuttavia ha proprio tutto: obiettivi, lenti, adattatori, cavalletti, accessori, zaini, cinesi, teste per treppiedi, posti dove non si può fumare, prezzi carissimi, luci da studio e niente sconti manco a pagare per avere degli sconti.
Ad ogni modo, i metodi per non pensare all’iPhone 6 Plus non funzionavano, soprattutto se poi, nel negozio, mi metto a provare gingilli che mi farebbero molto comodo, come questo Nikkor 70-200 ƒ2.8 da 2100$:
La situazione non migliora di certo quando mi cade l’occhio sulla Nikon Df, nuovo modello che si ispira alla leggendaria Nikon FM2 a rullino che ho già messo nella mia lista dei desideri:
Avevo bisogno di distrarmi, la situazione si faceva pesante, così ci siamo diretti verso un’altra meta dei miei sogni: il Golden Gate.
Proprio mentre eravamo in strada, abbiamo registrato il nostro quarto Vlog:
Il Golden Gate non ha di certo bisogno di descrizioni: ha bisogno di esser guardato, osservato, contemplato, amato, abbracciato (si, confesso che ho pensato di dormire qui mentre lo abbracciavo). E’ la costruzione più bella che abbia mai visto.
E’ difficile spiegare la sensazione che si prova osservandolo dal vivo: quando passi anni a sognare di andare in una città e vedere con i tuoi occhi i luoghi che hai sempre visto solo in fotografia è difficile, una volta lì, distogliere lo sguardo per prendere la fotocamera e scattare una foto, infatti, quasi non ci riuscivo. Non volevo staccare gli occhi da quella meraviglia neanche per un minuto. Neanche la foto più bella del mondo può raccontare le emozioni che si provano qui.
Per quanto mi riguarda non è un semplice ponte dato che qualsiasi oggetto può diventare splendido ai tuoi occhi se ad esso leghi un ricordo, un desiderio o un’emozione particolare. Esattamente come mi è successo con la Tour Eiffel, il Golden Gate mi ha lasciato a bocca aperta più volte, sarei rimasto ad osservarlo giorno e notte, e infatti così ho fatto:
Questo ponte è uno dei più tecnologici al mondo (assieme al Bay Bridge, sempre qui a San Francisco), questo perché, come molti di voi sapranno, San Francisco è una delle città più pericolose a livello sismico: a causa della posizione della California sopra la faglia di Sant’Andrea, si verificano molto spesso terremoti, anche di forte intensità. Ciò è dovuto ai continui slittamenti tra le due placche tra le quali la faglia si trova, che, trovando l’attrito delle rocce, causano un grande accumulo di energia; quando questa supera l’attrito delle rocce viene liberata in superficie sotto forma di forti scosse sismiche.
Qui tutti sono a conoscenza del “Big One” il più grande terremoto mai verificato nella storia dell’umanità previsto entro un massimo di 30 anni circa. Questo sarà causato proprio a causa dell’assestamento/spostamento della faglia. Questo terremoto sarebbe così catastrofico da mettere in serio pericolo San Francisco e Los Angeles (così come moltissime altre città limitrofe).
Eppure, le persone qui non sembrano essere eccessivamente preoccupate pur sapendo a cosa vanno incontro: sorridono, si divertono, ridono, scherzano, cantano, ballano, non inveiscono nel traffico, rispettano le regole e i limiti, bevono, fumano (di tutto), spendono, spandono e lavorano.
Insomma, al mattino senti bande di strada cantare e divertirsi, al pomeriggio c’è sempre vita in qualsiasi negozio, di sera la gente ride, scherza e si diverte serenamente (qualche problema ogni tanto si verifica, ma diamine, siamo in una città con circa 810.000 abitanti, qualche scellerato è previsto); sono sicuro che sia questo il modo giusto di vivere la propria vita, ecco perché questa città mi piaceva già prima di arrivarci e continua a piacermi sempre di più.
Domani (ormai stamattina, visto che, stranamente, sono nuovamente le 4 del mattino) sarà un giorno davvero importante: ci aspetta una visita ad un fruttivendolo locale molto grosso in un posto speciale chiamato Cupertino.