Usa Trip Day #21: l'ultimo giorno a San Francisco

La sveglia stamattina non è stata delle migliori sapendo che domani, 13 ottobre, dovremo lasciare San Francisco e tutti i meravigliosi posti che ancora non abbiamo fatto in tempo a vedere. Tuttavia, le cose erano molte da fare, pertanto bisognava mettersi in marcia subito.

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La prima tappa obbligatoria, visto che ieri non siamo riusciti, è stato il classico Bar americano in cui fare colazione con i tipici Pancakes. Fortunatamente, l’abbiamo trovato vicino all’ostello: con 15$ circa ho preso questo piatto:

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E’ bello fare colazione alle 11:30 con un piatto del genere, così come è davvero bello sentirsi una botte poco dopo essersi svegliati. Eppure, mangiare salsicce a colazione sarebbe impensabile dalle nostre parti, ma qui è fattibile, e sono pure buone cavolo!

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Ecco una piccola parte del menù, il piatto che avete visto è il “Lori’s Country Breakfast” ed include due pancakes larghi, due fette di Bacon, due salsicce, due uova fatte come volete e gli Hash Browns, che, molto semplicemente, sono patate fatte a fette molto piccole unite e fritte assieme.

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Lori’s Diner è davvero il classico bar americano per fare colazioni come queste, nonché la tappa che non può mancare se vi trovate nei pressi di Mason Street a San Francisco.

All’interno infatti ci sono i classici divani rossi per sedersi al tavolo, il cameriere che ti riempie la tazza di caffè costantemente, varie marmellate a scelta, un distributore di benzina vecchio stile…e così via. Avete presente Happy Days? Qualcosa del genere.

Dopo essersi pentiti profondamente per tutto quello che avevamo mangiato (e speso direi, visto che solo il succo d’arancia è costato 8$), ci siamo diretti verso la seconda missione della giornata: entrare all’Apple Store di San Francisco con una maglietta comprata a Cupertino.

Per intenderci, la maglietta è quella che vedete qui sotto, la quale, nella parte posteriore, ha il logo di Apple in piccolo, pertanto comunque si vede che è ufficiale.

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“Siri, remind me not to wash this with whites”, ovvero, “Siri, ricordami di non lavare questa con i bianchi” è una frase spiritosa che, per chi non lo sapesse, evidenzia il fatto che Siri, l’assistente vocale di Apple, sia in grado di fare tante cose grazie alla nostra voce, una di queste è proprio quella di poter segnare note ed appuntamenti per noi; in questo caso, la nota da segnare è di non lavare la maglietta con i bianchi. Molto divertente per me e molto divertente per i ragazzi dell’Apple Store che, tra una risata e l’altra, mi hanno fatto i complimenti per la maglietta.

Ora mi chiedo: vivono a 50 minuti dalla sede di Apple e, di conseguenza, dal negozio in cui ho preso questa maglietta; possibile che non ci siano mai stati?

Ad ogni modo, la situazione è evoluta così bene che ho avuto l’onore di fare la foto con un dipendente dello store:

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Sottolineo la parola “onore” in quanto in Italia è piuttosto difficile fare una foto con un dipendente Apple (se non in occasioni particolari), ma è ancora più difficile ottenere i contatti del dipendente in questione. Insomma, non è stato un onore solo il fatto di aver fatto questa foto, bensì anche il fatto di avere i contatti del caro Dante, un ragazzo davvero simpatico che sogna di farsi un viaggetto in Italia. Dato il nome, l’ho autorizzato a pensare di poter fare un giretto dalle nostre parti (e mi sono offerto come guida), tuttavia, gli ho negato il permesso di iniziare a pensare di poter vivere in quel postaccio.

Aggiungiamo il fatto che Dante lavori all’Apple Store di San Francisco, che rimane comunque uno dei più storici. La mia giornata poteva finire qui e invece no, le sorprese sono continuate in un altro negozio:

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Si, è Buzz Lightyear da comando stellare.

Si, funziona davvero.

Si, si aprono le ali e dice “To the Infinity and Beyooooond!” (“Verso l’infinito e oltreeeee“)

Si, questo è il Disney Store di San Francisco.

Si, l’ho comprato ed ora sono un tenero bimbo felice.

Pensate, il cassiere, vista la mia espressione colorita per aver trovato il modellino funzionante di uno degli eroi della propria infanzia, mi ha chiesto “Dimmi la verità, è per te o è per il cugino che tutti fingono di avere ogni volta che comprano giocattoli ad età avanzate?”. Beccato in pieno, è decisamente bravo nel suo lavoro.

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Il negozio Disney è più che epico: all’interno ci sono migliaia di gadget (tra cui alcuni molto Nerd) di vari film e cartoni animati. E’ possibile sbizzarrirsi con qualsiasi cosa.

Mentre si fanno acquisti si possono ascoltare varie tracce della colonna di Star Wars firmata dal bravissimo John Williams oppure fermarsi a guardare varie scene del film proiettate su un muro dedicato.

Purtroppo non sono riuscito a fare moltissime foto all’interno del negozio, tuttavia, so già che, giunti ormai al ventunesimo articolo riguardante il mio viaggio in America, un pensierino per una prossima vacanza, nel caso in cui non ci foste ancora venuti, forse ve lo state facendo.

Dopo varie tappe di Shopping, ci siamo fermati al Bay Bridge per alcuni interessanti scatti nel momento che ormai conoscete bene: la Golden Hour.

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Povero Bay Bridge, rischiavo di andarmene senza dedicargli nemmeno una foto. Questo è il ponte da cui siamo arrivati nonché quello con maggior dimensioni e traffico, tuttavia, in pochi lo considerano per una foto, sono tutti impegnati ad immortalare il Golden Gate (comprensibile). Eppure anche questo non è male davvero, sebbene sia talmente lungo da non permettermi di farlo stare in una sola foto. Nel dubbio, ho pensato di farla in verticale in modo da catturare più dettagli circostanti ed una sola arcata del ponte.

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Ma è di notte che secondo me il Bay Bridge riesce a dare davvero il meglio: tutte le varie linee che attraversano il ponte hanno un’illuminazione variabile che per un attimo mi ha fatto pensare di aver perso la cognizione del tempo ed essere a San Francisco durante le feste natalizie, tuttavia, una volta fotografato, cambia faccia completamente. I colori che si riflettono sull’oceano sono strepitosi, così come la miriade di aerei che pensano di comparire con una scia in ogni foto notturna che decido di fare. Ormai sono seriamente convinto che le varie torri di controllo dell’Aeroporto spiino me, pronte a dare il via a decollo ed atterraggio di massa non appena vedono che posiziono il cavalletto per fare una foto notturna.

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La città di notte è ancora più animata rispetto al giorno: se di giorno si trovano mercatini e persone che vogliono far festa ovunque, di notte si trovano luci e persone che vogliono far festa ubriache ovunque. E’ meraviglioso.

C’è vita, inutile negarlo, colori, musica, persone, emozioni, divertimento, serenità. C’è tutto quello che normalmente servirebbe ad una persona.

Dopo qualche foto al Bay Bridge ci siamo diretti verso l’ormai cara Fisherman’s Wharf per cenare con qualcosa di alternativo:

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Si tratta dell’Hawaiian Burger di Wipeout Bar & Grill, un hamburger all’apparenza normale che però, all’ interno, nasconde una fetta di Ananas che aggiunge un sapore dolce al resto. Vi dirò, ero curioso in quanto avevo assaggiato in passato la pizza con l’Ananas e mi era piaciuta, pertanto ho deciso di provare anche una cosa più estrema e, da buongustaio che sono, non sono rimasto deluso. Anche se questo è l’ultimo hamburger qui, promesso.

 

Pronti per tornare a casa, ci avviamo verso la fermata del Cable Car, guardiamo il monitor per vedere il tempo rimanente al prossimo arrivo e decidiamo di aspettare in quanto mancavano soltanto 6 minuti.

Tuttavia, 3 minuti dopo, il conteggio è passato da 3 minuti rimanenti a 56, provocando non poco nervosismo nelle persone ormai costrette a trovare alternative.

La nostra alternativa? Camminare a più non posso, primo perché dovevamo smaltire tutto il cibo spazzatura mangiato in questa giornata e secondo perché dovevo assolutamente battere il record di passi di ieri nella mia applicazione “Up” dell’ononimo braccialetto della Jawbone.

Dopo 20 minuti di camminata molto veloce, in una strada pubblica seppur non principale, ho visto di sfuggita tre ragazzi accasciati per terra in pessimo stato: ho subito pensato si trattasse di Clochard, tuttavia, mi sembravano troppo giovani. Ad un certo punto ho visto qualcosa che ho dovuto rielaborare nel cervello più volte prima di realizzare: uno dei ragazzi aveva appena estratto l’ago di una siringa dal suo braccio, senza problemi, nella tranquillità più assoluta, come se si trattasse di un’azione giornaliera comune.

Questo mi ha fatto riflettere molto sul problema delle droghe qui e su quanto sia facile procurare qualcosa e riutilizzarlo senza problemi, esattamente come vi avevo detto in QUESTO articolo in cui ho parlato del problema della Meth in America.

Che giornata anche oggi, wow. Questa città non vuole smettere di regalarmi emozioni.

Domani sarà una lunga giornata, pertanto sarà meglio iniziare a preparare le valigie ed andare a letto. Ho già preparato un articolo strappalacrime come “Arrivederci” a San Francisco. Preparate i fazzolettini.

 

Buonanotte a me, buongiorno a voi.