Usa Trip #6-#7-#8-#9 – What happens in Yellowstone, stays in Yellowstone.

Pensavate di esservi finalmente liberati dei miei splendidi articoli che vi intrattengono nei momenti di noia o di massima concentrazione giornaliera, vero? Invece no, sono tornato con un articolo più carico che mai dopo diversi giorni senza internet in uno dei posti più belli al mondo. Preparatevi, alla fine dell’articolo comprerete il biglietto per venire qui.

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Chapter 1: Hello Yoghi

 

La sveglia suona presto stamattina, è tempo di fare il primo grande “viaggio nel viaggio”, la rotta è impostata sul parco nazionale di Yellowstone. I panini sono pronti, le batterie della fotocamera sono cariche e la pioggia è arrivata puntualmente.

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Dovete sapere infatti che qui non piove praticamente mai, ma, dato che io sono qui e ho deciso di fare un tour fotografico fighissimo in uno dei posti più belli del mondo, il tempo è peggiorato apposta per me, che onore!

 

Il parco dista circa 2 ore da casa, tuttavia, in questi 250 km dobbiamo attraversare ben 2 stati: Montana e Wyoming.

Gli americani sono abituati a questi viaggi proprio perché, quando si spostano, percorrono migliaia di chilometri e stanno via per giorni.

Per questo motivo stanotte abbiamo preparato diversi sandwich e preso circa tre frigoriferi portatili per contenere cibo e bevande.

Insomma, in America, quando si viaggia, ci si porta dietro il cibo in quanto, lungo la strada, non ci sono Autogrill o stazioni di servizio particolarmente rifornite dato che le Highway sono lunghe migliaia di chilometri e non si trova nulla durante il percorso. Oltre a questo, comprare cibo nelle poche stazioni di servizio non è affatto a buon mercato. Viste le numerose soste che dovremo fare e l’albergo “old style” in cui saremo, è meglio portarsi dietro provviste per 3 giorni.

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Sulla strada ci fermiamo all’aeroporto di Idaho Falls per chiedere varie informazioni riguardo il noleggio della macchina che ci porterá a San Francisco settimana prossima, e qui il mio stupore per i comportamenti americani è sempre più grande: non trovavamo l’ufficio di Enterprise, l’azienda che abbiamo scelto per il noleggio, cosí Peter ci ha detto che avremmo potuto chiedere ad uno dei concorrenti davanti a noi. Ci siamo fermati da Hertz, abbiamo chiesto indicazioni e ce le hanno date sorridendo. Per un attimo ho pensato che quel sorriso fosse falso come un kiwi al polo nord e che le indicazioni ci avrebbero portato dritti verso un burrone che ci avrebbe uccisi.

Solo quando siamo arrivati effettivamente da Enterprise ho realizzato che qui sono davvero tutti gentili ed amichevoli e che forse è ora di iniziare a fidarsi delle persone.

In Italia, dato che si tratta di un competitor (è come dire Apple & Samsung) avrebbero detto qualcosa come “Enterprise? Mi spiace, non conosco. Vuole guardare le nostre offerte?”

Sono rimasto ancora più stupido quando il ragazzo che ci ha serviti da Enterprise ci ha consigliato di evitare il noleggio in quella sede in quanto, data la vicinanza con l’aeroporto, avremmo dovuto pagare l’8% di tasse, pertanto ci ha consigliato un altro ufficio in cui pagare di meno. Ero sempre più incredulo.

 

Sulla strada per Yellowstone ho avuto modo di apprendere ulteriori curiosità sul popolo americano, come ad esempio il fatto che qui, nei cimiteri, i morti rimangono per sempre, non vengono spostati dopo 10 o 30 anni (in base alle varie leggi italiane).

Rimango ancora incredulo nel vedere che moltissimi lasciano la macchina aperta in un parcheggio senza problemi.

 

 

Big Falls INN 

 

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La prima tappa è stata il Big Falls Inn, una sorta di rifugio con diverse curiosità sul parco di Yellowstone e sugli animali in generale.

N.B.: è usanza tipicamente americana avere teste di animali imbalsamati in casa, ufficio o negozio. In questo negozio c’erano diverse teste di Alci imbalsamate così come scoiattoli, lepri, volpi, furetti e simili esposti su un tavolo per poter sentire il loro pelo. Parlando con i ragazzi mi è stato spiegato che sono necessari per la scienza e lo studio, tuttavia non sono d’accordo con questo genere di “spettacolarizzazione”, pertanto non ho fatto foto all’interno (se non di qualche teschio).

 

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Due passi dopo il rifugio siamo rimasti a bocca aperta per il panorama che si è presentato davanti ai nostri occhi:

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Quale migliore occasione per scattare qualche foto?

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Sotto la pioggia incessante io e il fedele compare a cui hanno rubato la sveglia (porello) abbiamo scattato diverse lunghe esposizioni in vari punti del ponticello su cui era possibile sostare.

Durante la sessione di scatti (un’oretta circa) ho fumato un paio di sigarette, dettaglio importante per farvi capire che, con questo tipo di vita, non riesco davvero a buttare il mozzicone giù per terra. Qui è tutto pulito, in ordine e splendente; non ci sono mozziconi o cartacce per terra, quindi perché farmi riconoscere ed inquinare?

Ho spento le sigarette con l’acqua piovana e le ho portate con me per buttarle nel cestino più vicino.

Questa precisazione per farvi capire che è giusto seguire le regole e soprattutto è bello essere in un posto dove le rispettano, perché in questo modo le rispetti anche tu, a meno che tu non sia stupido.

A proposito di stupido, tra i vari termini che sto imparando c’è “Redneck”, ovvero “Collo Rosso”. Il termine deriva dai contadini che stanno tutto il giorno a zappare la terra e non hanno una reale educazione e/o modo di comportarsi adeguato.

Ad esempio, Cletus Spuckler, uno dei personaggi dei Simpson’s, è il classico Redneck.

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Dopo aver lasciato le cascate siamo ripartiti con la macchina verso il punto di destinazione all’interno del parco.

 

 

In realtà, noi eravamo già dentro Yellowstone, tuttavia, voi probabilmente non avete realizzato la dimensione di questo parco naturale (ve lo dico perché faccio fatica a realizzarla io pur essendo qui). La superficie del parco naturale di Yellowstone si estende infatti per circa 500km. Ve lo immaginate un parco con una superficie che va da Milano a Roma (più o meno)? Bene, io ci sono dentro.

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Sulla strada per l’albergo ci sono migliaia di punti spettacolari per fermarsi a fare foto, tuttavia Peter mi avverte del fatto che ci sono posti decisamente migliori di quelli e che sarebbe stato inutile fermarsi lì, io in realtà ero convinto di aver appena visto il posto più bello del mondo, non potevo credere che avrei trovato qualcosa di meglio, tuttavia è un po’ come la faccenda del mio zaino fotografico: non avrei mai detto che mi sarebbe tornato integro e con tutto il contenuto originale all’interno. Insomma, devo iniziare davvero a fidarmi del genere umano che abita in questo posto così diverso dal nostro.

 

 

L’arrivo all’Albergo

 

 

 

 

 

In strada verso l’Old Faithful, l’albergo che ci avrebbe ospitato, abbiamo fatto diverse mete, tra cui anche nei “restroom”, ed è proprio a proposito di questo che vi svelo la prossima curiosità: i WC pubblici non hanno “un sotto”, cioè il fondo normale di un WC in cui noi di solito vediamo scorrere l’acqua.

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Sotto questi WC infatti, vi è una grossa buca visibile ad occhio nudo (circa 4-5 metri in altezza); tutti i rifiuti vengono decomposti automaticamente. Ad ogni modo vi posso garantire che guardare in un WC e avere le vertigini è davvero strano.

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La nostra destinazione era nel Wyoming, tuttavia, passando per il Montana non ho potuto fare a meno di fermarmi in qualche negozio tipico di Souvenir per non comprare niente.

 

Tuttavia, dovete sapere che lo stato del Montana è più grande della Germania. Not bad!

 

Non eravamo ancora arrivati nel punto dell’albergo quando, ad un certo punto, abbiamo iniziato a vedere tantissimi Geyser spettacolari. Non avevo mai visto un Geyser in vita mia, potevo non scendere a fare un time lapse?

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Pronti via, siamo scesi nella zona di maggior concentrazione di Geyser e abbiamo iniziato a fare diversi Time lapse, ne è valsa la pena.

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Tra le varie curiosità che dovete sapere su questi Geyser, ce n’è una in particolare: i cinesi fanno le foto col flash anche di giorno con un soggetto lontano più di 50 metri sperando di illuminarlo con una lucettina minuscola.

Effettivamente, mentre stavamo ancora scattando, sono arrivati pullman interi di cinesi: tutto d’un tratto mi sentivo in Australia!

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Tra un Time lapse e l’altro s’è fatta na certa, così siamo arrivati in albergo a serata ormai inoltrata.

L’Old Faithfull Inn è davvero…old.

Insomma ragazzi, non scherzo se vi dico che mi è sembrato di entrare nel ‘900: niente wi-fi/internet, niente segnale telefonico, gente che parla con la gente, persone che socializzano, e, su questa sono rimasto sbigottito, persone che parlano tra di loro anziché aggiornare lo stato di Facebook! Pazzesco.

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Si tratta comunque di un albergo molto bello che ha mantenuto lo stesso e identico stile più di un secolo fa, quando è stato costruito.

 

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Tutte le varie strutture interne sono in legno, i divanetti sembrano all’apparenza morbidi invece sono pietra, la gente è vestita in modo strano con colori e righe sui vestiti…insomma, siamo nel ‘900!

 

Altro particolare interessante: i bagni sono esterni alla camera, tuttavia, all’interno di ogni stanza c’è un lavandino; dannazione, adoro alzarmi di notte per lavarmi le mani, è troppo utile!

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Il primo giorno finisce così per il semplice fatto che, purtroppo, il cielo era davvero coperto. Non volevamo andare là fuori al freddo, gelo e cinesi pronti a fare le foto per niente, pertanto ci siamo messi a post-produrre le foto della giornata su uno di quei divani all’apparenza comodi che alla fine si sono rivelati…cavolo, erano comodi!

 

 

Chapter 2: Geyser e Cinesi ovunque

 

 

 

Dopo una notte non semplice dormita a fianco del compare in un letto che sembrava certamente più largo, abbiamo deciso di assaggiare uno dei prodotti comprati per la colazione: il Muffin al Pistacchio (che gli americani chiamano “Pistachio Muffin”, pessima pronuncia).

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Dopo aver avuto la possibilità di lavarmi le mani grazie al lavandino in camera, abbiamo iniziato il nostro Tour dei Geyser: una lunga giornata di Time Lapse ci aspettava.

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Basta fare due passi a piedi per iniziare il percorso dei Geyser, in alternativa, basta seguire la massa di gente per capire quale stia per eruttare. L’ultima opzione è seguire la massa di cinesi per capire cosa potreste fotografare di assolutamente irrilevante.

 

 

 

Tra i vari Geyser che abbiamo visto ce n’era uno in particolare che mi ha colpito molto, il Belgian Pool (o Belgian Geyser).

Il suo nome deriva da un turista Belga che, tempo fa, si era trovato in una situazione piuttosto particolare: diversi Geyser molto grandi avevano iniziato ad eruttare attorno a lui, così, colto dall’emozione di una scena così bella, non ha guardato dove stesse mettendo i piedi ed è finito dentro a questo Geyser, morendo praticamente sul colpo (contando che la temperatura dell’acqua supera i 100 gradi centigradi)

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Siamo riusciti a vedere eruzioni davvero spettacolari, tra cui il Grand Geyser, quello più grande (difficile da indovinare, vero?) e il Castle Geyser, che ha avuto un’eruzione così lunga da permettermi nel frattempo di:

 

fare una foto con una ranger:

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Fare una foto col compare:

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Andare a fare compere a New York, tornare a casa in Italia a prendere altre magliette, fabbricare un obiettivo nuovo per la mia reflex….

 

Dopo diversi Time Lapse spettacolari che presto avrete modo di vedere nel mio nuovo cortometraggio, ci siamo fermati nella “Snow Lodge”, l’unica “loggia” ad avere il Wi-fi.

Sinceramente non mi dispiaceva molto il fatto di non avere segnale e non avere la possibilità di andare su Facebook o simili, ecco perché un’ora di Wi-Fi a pagamento (ben 5$) l’ho usata semplicemente per chiamare i miei genitori ed avvisarli sulle novità degli ultimi giorni.

Dopodiché ci siamo messi a lavorare un po’ sulle sequenze girate in giornata in attesa di andare al ristorante per la nostra prima cena sana, insomma, ero davvero stufo di andare avanti a panini e patatine.

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Il cielo era ancora coperto e noi piuttosto nervosi: insomma, non capita tutti i giorni di essere quasi a 3000 metri d’altezza e, per un amante di fotografia notturna, è frustrante non poter fare nulla.

Tuttavia, abbiamo deciso di provare a fare un Time Lapse comunque, sfidando la natura, e il risultato è stato eccezionale

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In un solo time lapse abbiamo catturato l’eruzione di un Geyser, le nuvole che mostravano il cielo, la Via Lattea e l’Aurora Boreale. Insomma, mancava solo un cinese e poi avremmo preso ogni forma di fenomeno naturale esistente.

Spectacular View of the Milky Way at Old Faithfull Inn (Yellowst

 

 

 

 

Chapter 3:

Gli animali che vediamo ma non fotografiamo, i cinesi che fotografano i cinesi

 

Dopo un’altra colazione con l’ormai famoso “Muffin al Pistachio” abbiamo continuato il Tour verso altri panorami di Yellowstone, un parco che ha davvero migliaia di aspetti diversi

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Tra le varie curiosità americane che sto scoprendo, hanno l’accappatoio ma praticamente non lo usano per asciugarsi: la sua unica funzione è quella di accompagnarti verso la doccia. Quest’ultima curiosità mi ricorda molto il fatto che loro non capiscano e non comprendano realmente quanto sia utile un bidet.

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Nelle varie autostrade, ci sono delle zone chiamate “Pullout”: assomigliano molto alle nostre corsie d’emergenza ma vengono usate per smaltire il traffico. La cosa più incredibile è che la gente rispetta questa cosa: se tu sei dietro ad una macchina non serve superarla, al prossimo Pullout si accosterà. Se c’è traffico per un motivo particolare e tu vuoi superare qualcuno, grazie al Pullout puoi evitare di rimanere imbottigliato.

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Girando per il parco, può capitare di vedere diverse macchine ferme a lato della strada (non nella corsia Pullout) appostate a guardare qualcosa. Questo tipo di scene sono piuttosto comuni, ecco perché ci siamo fermati e abbiamo chiesto quale animale ci fosse.

 

“Do we have a bear?”

“Oh no, it’s just an owl on a tree”

 

Insomma, va bene tutto, ma fermarsi per un Gufo sull’albero mi sembra davvero troppo.

 

Successivamente, ho visto una bellissima volpe ma non ho fatto in tempo a fotografarla, ho visto due bellissimi orsi Grizzly (madre e cucciolo) ma non sono riuscito a fotografare neanche questi, ho visto un sacco di cinesi e si, compaiono nelle foto.

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Insomma, in tre giorni di viaggio non abbiamo sentito un singolo clacson, in compenso abbiamo visto più cinesi che alberi.

Trovare un contenitore di ghiaccio così grande al Benzinaio vi fa capire quanto gli americani siano fissati con le bevande fredde.
Trovare un contenitore di ghiaccio così grande al Benzinaio vi fa capire quanto gli americani siano fissati con le bevande fredde.

 

Una volta seduto in macchina pensavo al fatto che questo posto è meraviglioso e sono sicuro di aver già lasciato un piccolo pezzo di cuore qui.

Per la prima volta in vita mia sono sereno nel vedere animali in giro in quanto loro stessi sono sereni. Non ci sono gabbie o limiti, vivono semplicemente felici nel loro ambiente.

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Poi pensavo al fatto che il parco non chiude mai, puoi fare tour liberamente quando vuoi, è ovvio però che sei consapevole del fatto che nella foresta potresti trovare Orsi Grizzly, lupi, Bufali, Elk…etc

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Poi Peter mi ha raccontato che non ci sono molti morti annualmente, tuttavia, un gran numero di turisti muore per ingenuità cadendo dai Canyon mentre scatta foto oppure buttandosi nei Geyser.

 

Prima di addormentarmi, un Geyser ha eruttato proprio di fronte alla nostra stanza. Che dire ragazzi….Sentire un geyser gigante che erutta di notte dalla camera è qualcosa di indescrivibile.

 

Chapter 4: See you Yellowstone

 

 

Oggi è tempo di fare le valigie e andare, il breve Tour di Yellowstone finisce qui, anche se, ovviamente, abbiamo visto soltanto 1/20 del Parco.

Sono assolutamente soddisfatto di aver visto ciò che ho visto, dei posti unici in cui sono stato, dei Time Lapse che ho fatto…

Yellowstone è stata un’esperienza straordinaria, seppure breve. Sono convinto di aver trovato quella che molti definiscono “pace interiore” qui. Non sentivo il bisogno di fumare, non mi mancava Facebook, non ero nervoso e pensavo solo a rilassarmi facendo foto in posti meravigliosi. In quei momenti non avevo bisogno di altro.

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Una volta in strada, ci siamo dovuti fermare perché “qualcuno” aveva necessità di grattarsi proprio in mezzo alla strada.

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Come potete vedere, un bufalo ha pensato di fermarsi in mezzo alla strada a grattarsi le parti basse con tanto di macchine che si fermavano in attesa che si spostasse. Bella la vita, eh?

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Qualche chilometro più avanti, altro giro altra….CODA.

Stavolta però ne valeva la pena, una volta sceso dalla macchina mi sono avvicinato al punto in cui la gente stava fissando è ho visto un bellissimo Elk (Cervo Canadese) in posa molto vanitosa per tutti coloro i quali avessero voluto scattargli una foto. Fantastico.

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Dopo ulteriori chilometri, siamo arrivati all’altra destinazione: il Fishing Cone, luogo in cui la natura si dimostra simpatica e multiuso.

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Immaginate un lago in cui andate a pescare la domenica, poi immaginate il fatto che quel pesce pescato dovreste cucinarlo, quindi, o tornate a casa oppure si organizza una sorta di barbecue nel posto in cui vi trovate. Siete d’accordo?

 

Bene, immaginate di poter fare tutto in uno grazie alla natura.

Il Fishing Cone infatti è in parte lago ed in parte Geyser, il vantaggio di avere questo tipo di conformazione permette ai pescatori di pescare e cucinare immediatamente.

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Si, anch’io pensavo fosse uno scherzo.

 

 

La giornata sarebbe dovuta finire con dei Time Lapse al Grand Teton (che purtroppo non abbiamo potuto vedere in quanto il tempo era pessimo) ed un giro a Jackson, ridente cittadina sulla strada di casa.

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La città di Jackson è davvero fantastica e molto tipica: lo stile architettonico dei vari edifici è davvero molto caratteristico ed apprezzato.

 

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Potevamo non passare al Million Dollar Cowboy Bar?

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Il classico Bar da Cowboy dove entri, prendi una birra e ti godi il momento. Oppure perché no, inizi a giocare a Biliardo e poi, grazie all’alcol e al fatto che sei un Cowboy, fai a botte col mondo intero.

 

Mentre pensavo a Bud Spencer e Terence Hill, un ragazzo all’ingresso mi ha chiesto “l’ID”, ovvero un documento d’identità per provare la mia maggiore età.

Daniel era così convinto che non gli avrebbero chiesto il documento per via della barba lunga che ha deciso di lasciare la patente in macchina: è dovuto andare a prenderla ovviamente.

La birra è stata davvero leggera, come se non l’avessimo presa (non avevamo ancora mangiato, non era il caso), ma in compenso non è stato un giro completamente a vuoto: ho scoperto che i Jukebox di una volta non esistono più, ora è tutto digitale e, volendo, si possono controllare da iPhone e iPad.

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Ricordate che nei film americani c’è molto spesso una scena in cui l’attore prende un quotidiano locale attraverso una macchinetta in cui si inserisce la moneta e si apre il vetro per poter ritirare il prodotto?

 

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Coraggio, ditemi che non sono in un film.

 

E questo è tutto, presto ci saranno altri articoli ed altre foto straordinarie. La prossima tappa è San Francisco tra un paio di giorni, restate sintonizzati!